Gio. Set 21st, 2023

7 vaccini anti-Covid in 3 continenti: una ricerca internazionale confronta le risposte anticorpali

IRCCS Humanitas di Rozzano (MI)

7 Dicembre 2022

I dati raccolti dal gruppo Techint in 3 continenti mostrano che tutti i vaccini generano anticorpi e sono ben tollerati, compresi Sputnik e Coronavac.

Il confronto è stato possibile grazie a una metodica diagnostica parificata. Uniniziativa unica nel suo genere per accompagnare le campagne vaccinali e verificare la sicurezza di dipendenti e collaboratori.

Sono stati pubblicati su Frontiers in Immunology i risultati dello studio realizzato contemporaneamente in 4 nazioni, Argentina, Brasile, Italia e Messico, che ha coinvolto quasi 2000 persone dipendenti delle aziende del gruppo Techint con lobiettivo di verificare leffettiva immunizzazione e quindi la sicurezza a seguito delle vaccinazioni contro COVID-19, valutare lefficacia dei vaccini approvati e stimare la durata dei livelli di anticorpi nel sangue.

Particolarità dello studio è che è stato possibile confrontare i dati internazionali grazie a un protocollo clinico uniforme, con le stesse tempistiche di acquisizione dei campioni di sangue e un test diagnostico unico per tutti e 7 i tipi di vaccino impiegati nei vari paesi: a mRna, a dna, a vettore virale e vaccini a base di virus inattivati, in monodose e bi-dose.

Lo studio è stato coordinato da Humanitas con lHospital Clinica Nova di Monterrey in Messico, e la rete ospedaliera della fondazione Hospital San Francisco Xavier, in Brasile.

Il risultato è una fotografia capace di mettere a confronto differenti vaccini e la risposta che sono stati in grado di attivare con leventuale sviluppo di eventi avversi, prima dellarrivo della variante Omicron di Sars-CoV-2 (la somministrazione della dose booster non rientra nel perimetro dello studio).

I dati emersispiega la prof.ssa Maria Rescigno, docente di Patologia generale e Pro Rettore vicario con delega alla ricerca di Humanitas University, che ha coordinato il lavoro cui ha partecipato anche la dott.ssa Elena Azzolini, responsabile del Centro Vaccinale di Humanitasci dicono che tutti i vaccini inducono una risposta anticorpale, compresi Sputnik e Coronavac.

La fotografia riguarda SARS-CoV-2 fino allarrivo della variante Delta.

Poiché lo studio è ancora in corso, in futuro potremo anche valutare lefficacia dei vari vaccini nel proteggere dalla malattia”.

Tra i dati raccolti anche quelli degli eventi avversi che sono stati correlati alla capacità dei vaccini di indurre una risposta anticorpale.

È emerso che più è stata alta la risposta anticorpale, come avviene con i vaccini Moderna e Pfizer-BioNTechpiù effetti collaterali sono stati registrati, perlopiù febbredolore al bracciomal di testa e spossatezza.

Coronavac e Sputnik sono invece caratterizzati dallavere pochi effetti collaterali.

“Questo è davvero un grande lavoro di squadraspiega Mauro Teixeira, professore di immunologia allUniversidade Federal de Minas Gerais, Brazil.-.

Lo studio ci consente di confrontare le risposte immunitarie a vari vaccini in tutto il mondo.

Questo tipo di conoscenza è fondamentale per informare le persone sullefficacia comparativa dei vaccini e aiutare a progettare studi che definiranno i migliori programmi vaccinali del futuro”.

 “Si tratta di un lavoro di ricerca straordinario, dove abbiamo avuto lopportunità di valutare e confrontare le risposte immunitarie dei vaccini più importanti e più diffusi a livello mondiale, ottenendo informazioni solide e coerenti sulla loro sicurezza ed efficacia contro SARS-CoV-2 – afferma il profMiguel SanzMedical management directorNova Hospital and Medical Center, Messico -.

Inoltre è il primo studio pubblicato in collaborazione dalle istituzioni sanitarie del gruppo Techint e siamo molto contenti dei risultati”.

Lo studio: un metodo parificato per ottenere dati confrontabili

Il protocollo dello studio, che è ancora in corso, prevede 5 prelievi di sangue per ogni persona secondo un calendario preciso: nel momento immediatamente antecedente la prima dose e la seconda dose, 21 giorni dopo la seconda dose, 6 mesi dopo la seconda dose, 12 mesi dopo la seconda dose.

I ricercatori dei 4 paesi hanno usato la stessa tipologia di test, particolarmente sensibile e con un range di valutazione molto ampio, quindi in grado dinon appiattirei dati relativi a soglie alte di anticorpi nel sangue, in modo da potere comparare anche risposte con diversa ampiezza.

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