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Crampi ai polpacci: potrebbe trattarsi di Arteriopatia Ostruttiva Periferica

Crampi ai polpacci: potrebbe essere arteriopatia ostruttiva periferica

IRCCS Humanitas di Rozzano (MI)

10 Novembre 2022

Tutti gli organi e i tessuti del nostro corpo hanno bisogno di sangue per sopravvivere; se non lo ricevono correttamente si va incontro ad una condizione dettaischemiache porta alla morte delle cellule che li compongono.

Il sangue ricco di ossigeno viene pompato dal cuore nellaorta, la più grossa arteria del nostro corpo, che a sua volta si divide come i rami di un albero in arterie sempre più piccole, che arrivano poi, tramite una fitta rete di capillari, fino ad ogni singola cellula. A questa vengono rilasciati ossigeno e sostanze nutritive.

La circolazione è un sistema continuo, fondamentale per la nostra salute e il nostro benessere. In alcuni casi però può “incepparsi”, come ad esempio con larteriopatia ostruttiva periferica, una condizione che può essere particolarmente pericolosa e invalidante.

Cos’è l’arteriopatia ostruttiva periferica?

LArteriopatia Cronica Ostruttiva Periferica (AOCP), è una malattia causata dal deposito di placche aterosclerotiche nelle arterie degli arti inferiori. Queste placche, proprio come il calcare che si deposita sulle pareti di un tubo, rendono difficoltoso il passaggio di sangue nel vaso sanguigno (in questo caso si parla distenosi”). Se la situazione peggiora, larteria può arrivare anche a occludersi completamente.

Quindi quando il passaggio del sangue è ridotto, lossigeno che arriva ai tessuti non è più sufficiente.

I primi a risentirne sono i muscoli in movimento, come avviene per esempio durante il camminoPer questo lo stadio iniziale di questa patologia viene definitamalattia delle vetrine”; proprio in quanto il paziente dopo un breve tratto di strada presenta dolore crampiforme al polpaccio o ai muscoli della coscia ed è costretto a fermarsi per qualche minuto prima di riprendere la marcia.  

Quando la situazione peggiora, il sangue non è sufficiente nemmeno in condizioni di riposo, quindi si può arrivare a conseguenze molto gravi come il dolore notturno e la gangrena dellarto.

Arteriopatia ostruttiva periferica: quali esami fare per la diagnosi?

Il primo punto fondamentale nella diagnosi di arteriopatia ostruttiva periferica è ascoltare il paziente con attenzione, focalizzandosi sui sintomi riferiti.

Questi infatti sono estremamente caratteristici e, se associati a una visita di chirurgia vascolare in cui lo specialista potrà sentire manualmente la pulsazione delle arterie nelle gambe, permetteranno di dare un primo orientamento clinico.

Un esame diagnostico fondamentale è poi lEcoColorDoppler, esame non invasivo, indolore e che viene eseguito in ambulatorioCon questa metodica, lo Specialista può non solo visualizzare ecograficamente le arterie ma, associando lo studio Doppler, valutare come il sangue scorra allinterno di esse, misurandone la velocità ed eventuali alterazioni del flusso.

In questo modo si ha unidea precisa di dove sono localizzate eventuali ostruzioni e della loro effettiva estensione, e correlando i risultati ai sintomi, il medico potrà valutare se ed in che modo è necessario intervenire.

Come si cura l’arteriopatia ostruttiva periferica?

La prima cosa da fare è occuparsi di migliorare il proprio stile di vita, in modo da contrastare i fattori di rischio, che sono soprattutto il fumo e lipercolesterolemia.

Fondamentale è lattività fisica; è sufficiente fare quotidianamente lunghe passeggiate affinché le piccole arterie periferiche, vicine a quelle eventualmente ostruite, si sviluppino.

Queste costituiscono dei veri e propriby-pass naturaliche consentono di migliorare senza necessità di dover ricorrere alla chirurgia.

Quando il controllo dei fattori di rischio non basta, bisognerà fare in modo che il sangue affluisca ai tessuti come dovrebbe. È possibile agire in diversi modi, dapprima con opportuni farmaci atti a ridurre i valori di colesterolo nel sangue e a diminuire il rischio di formazione di trombi vascolari.

Se ciò non è sufficiente, si può migliorare il passaggio del sangue attraverso interventi endovascolari (ossia senza taglio chirurgico) utilizzando dei palloncini che dilatano larteria dellinterno, associati o meno al posizionamento di stent vascolari.

In altri casi, si dovrà intervenire chirurgicamente o ripulendo manualmente larteria dalla placca oppure facendo in modo che il sanguesaltila zona di occlusione attraverso un nuovo condotto (“by-pass”) arrivando ai tessuti periferici.

Questo è il primo passo per prevenire le malattie cardiovascolari anche se a volte intervenire sullo stile di vita non è sufficiente per controllare i livelli di colesterolo e può rendersi necessario un trattamento farmacologico.

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