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Autotrapianto di isole pancreatiche

IRCCS Ospedale San Raffaele (MI)

4 Ottobre 2022

Pubblicati i risultati di uno studio di San Raffaele e di Humanitas sull’efficacia della procedura di autotrapianto di isole pancreatiche in pazienti sottoposti a pancreasectomia

Un team di ricercatori del San Raffaele Diabetes Research Institute e di chirurghi del Pancreas Center dellIRCCS Ospedale San Raffaele e dellIRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano firma un importante studio su Annals of Surgery.

La ricerca mostra che è possibile ridurre le complicanze di alcuni interventi pancreatici particolarmente complessi, rimuovendo completamente il pancreas e utilizzando, allo stesso tempo, la tecnica di autotrapianto delle isole pancreatiche del paziente per conservare la produzione di ormoni pancreatici, insulina e glucagone, necessari per regolare il controllo della glicemia

Le difficoltà dell’intervento di asportazione totale del pancreas

La duodenocefalopancreasectomia (lasportazione della testa del pancreasdel duodeno e della via biliare terminale) è uno degli interventi più complessi e a maggior rischio di complicanze di tutta la chirurgia addominale

La complicanza più frequente è la fistola pancreatica, cioè la fuoriuscita di succhi pancreatici attraverso la cucitura che ricollega il pancreas residuo allintestino. I liquidi pancreatici hanno unazione digestiva e la loro fuoriuscita può danneggiare i tessuti circostanti, causando infezioni ed emorragie.

Quando il pancreas è particolarmente fragile, il chirurgo può decidere di asportare completamente lorgano per eliminare il rischio di fistola pancreatica, ma la pancreasectomia totale comporta inesorabilmente un diabete particolarmente difficile da trattare, legato alla perdita totale degli ormoni che regolano il controllo della glicemia: insulina, glucagone, somatostatina, polipeptide pancreatico

Lo studio del San Raffaele

Lo studio ha valutato per la prima volta la possibilità di associare lautotrapianto di isole pancreatiche allasportazione totale del pancreas, come alternativa allintervento standard di duodenocefalopancreasectomiain pazienti ad alto rischio di fistola pancreatica.

I risultati hanno confermato che la pancreasectomia totale con autotrapianto di isole ha ridotto il numero e la severità delle complicanze rispetto allintervento standard.

Lautotrapianto di isole ha permesso di preservare, almeno in parte, la produzione di ormoni pancreatici, migliorando il controllo glicemico postoperatorio e facilitando la gestione del diabete conseguente alla pancreasectomia totale

“Quando il pancreas è molto fragile, il chirurgo è consapevole che dopo lintervento si svilupperà una fistola pancreatica, tuttavia non asporta completamente il pancreas poiché teme le conseguenze metaboliche che ne deriveranno.

Questo studio dimostra, per la prima volta, che grazie alle nuove terapie di trapianto cellulare, c’è unalternativa e che lautotrapianto di isole pancreatiche permette di ricorrere alla pancreasectomia totale con meno timori di peggiorare la qualità di vita del paziente”, spiega il dottor Gianpaolo Balzano, chirurgo del Pancreas Center dellIRCCS Ospedale San Raffaele

L’autotrapianto di isole pancreatiche

Il trapianto delle proprie isole pancreatiche (o autotrapianto) è una procedura eseguita per prevenire o ridurre la gravità del diabete, dopo asportazione parziale o totale del pancreas.

Consiste nellestrarre dal pancreas asportato il tessuto endocrino e nella sua infusione nella vena porta, ingegnerizzando così il fegato affinché produca linsulina senza la necessità di assumere una terapia immunosoppressiva.  

Nel corso degli anni, lautotrapianto è stato utilizzato quasi esclusivamente in pazienti sottoposti ad asportazione del pancreas a causa di pancreatite cronica, quando non è possibile trattarla con procedure mediche e chirurgiche standardaggiunge il professor Alessandro Zerbi, responsabile Chirurgia Pancreatica dellIRCCS Istituto Clinico Humanitas e docente Humanitas University -.

Lo studio appena pubblicato, dimostra come si possa ampliare lutilizzo del trapianto di isole, in sicurezzaanche in presenza di altre patologie quali, per esempio, il tumore del pancreas”.

Lo studio ci ha permesso di dimostrare che possiamo offrire nuove soluzioni, sicure ed efficaci, a pazienti che si presentano con caratteristiche e rischi chirurgici diversi.

Di fatto è un esempio di medicina di precisione con lutilizzo di una terapia cellulare personalizzata finalizzata a ottenere il risultato migliore per il singolo paziente”, spiega il professor Lorenzo Piemonti, direttore del San Raffaele Diabetes Research Institute dellIRCCS Ospedale San Raffaele

Per lesecuzione dellautotrapianto è necessario coordinare lattività chirurgica con quella della produzione dei tessuti in laboratorio, e questo studio ha anche dimostrato come sia possibile che più istituti si avvalgano di ununica facilitper la raccolta e processazione di pancreas per la produzione di isole pancreatiche

È un esempio di sinergia e ottimizzazione per lo sviluppo e lapplicazione su larga scala degli avanzamenti della medicina rigenerativa.

Le strutture e le conoscenze per la manipolazione di cellule e tessuti hanno un alto contenuto specialistico e sono molto costose nella gestione e nella messa a punto.

La possibilità di concentrare questa competenza in poche strutture altamente specializzate, che poi svolgono una funzione di servizio per la comunità clinica, è il modello da perseguire per garantire la sostenibilità e laccessibilità più ampia possibile a questi approcci particolarmente avanzati di terapia”, conclude il professor Piemonti

Qui, infatti, vengono effettuate le procedure mininvasive più allavanguardia, comprese le robotiche, in grado di offrire al paziente il percorso chirurgico più adatto, elaborato sulle sue esigenze cliniche ed estetiche

Inoltre, gli specialisti del centro accompagnano in tutto e per tutto il paziente, sia durante interventi minimali, che in anestesia generale.

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