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Dal travaglio alla nascita: le fasi del parto

25 Settembre 2022

Il Parto è definito come la progressiva dilatazione del collo dellutero associata a contrazioni ritmiche dellutero stesso, che porta allespulsione del Feto e dei suoi annessi.

Questa definizione serve a puntualizzare che la dilatazione del collo dellutero in assenza di contrazioni, ovvero le contrazioni in assenza di dilatazione del collo dellutero, sono condizioni patologiche che non si identificano con il parto stesso.

Come calcolare la data del parto

Normalmente il parto è atteso tra la 38a e la 42a settimana di gestazione.

Il calcolo della data presunta del parto si fa tenendo conto del primo giorno dellultima mestruazione (il cosiddetto conto del ginecologo). 

Il parto che si verifica prima di questa data è detto prematuro, quello successivo è detto serotino.

Il parto dopo la 42a settimana può comportare alcuni rischi legati ad un eccessivo accrescimento del feto, per cui è opportuna una più accurata valutazione del peso fetale. Inoltre la cute del Feto può essere più sensibile e macerabile per la prolungata permanenza nel liquido amniotico.

Il parto pretermine comporta rischi maggiori legati alla maturità dellapparato respiratorio e cardiovascolare del feto.

Sintomi del travaglio

La diagnosi di travaglio di parto si basa sia sul reperto sintomatologico della contrazione dolorosa sia sul reperto della visita ostetrica.

Le contrazioni sono sicuramente un segno di allarme; nella donna alla prima gravidanza piccole e brevi contrazioni si manifestano durante le ultime settimane di gravidanza, ma non hanno alcuna efficacia propulsiva sul feto e sono definite di preparazione.

Nella donna che ha già partorito le contrazioni in genere segnano linizio del travaglio di parto. La visita ostetrica definisce il grado di preparazione del collo dellutero: fuori dal travaglio di parto esso è retroposto (ovvero rivolto posteriormente) ed impervio (ovvero non accessibile allesplorazione digitale).

Con il progredire del travaglio il collo dellutero tende ad allinearsi con lasse della vagina e a dilatarsi sotto la pressione della testa fetale in modo da formare un unico canale: utero, collo dellutero (scomparso) e vagina.

Le contrazioni

Le contrazioni rappresentano un segnale di allarme.

Esse progrediscono in modo abbastanza regolare da sopportabili e con intervallo superiore a 10 minuti, fino ad essere presenti ogni 2/3 minuti nella fase espulsiva.

Le contrazioni del travaglio vengono vissute spesso con ansia; le contrazioni della fase espulsiva inducono la donna a spingere e quindi ad una attiva collaborazione.

La sensazione dolorosa deriva dallaccumulo di acido lattico nella muscolatura uterina; il modo migliore per tollerarle è una buona respirazione; essa infatti consente di ossigenare i tessuti e di eliminare più rapidamente laccumulo di acido lattico.

Il parto naturale

Il parto fisiologico è un processo continuo e progressivo, in cui tradizionalmente si identificano fattori meccanici, dinamici e plastici. Di questi quelli sicuramente più evidenti sono i fenomeni meccanici, cioè quella serie di eventi che portano alla progressiva discesa del feto attraverso il canale del parto fino alla sua espulsione.

Genericamente possiamo distinguere il parto in tre fasi:

Discesa attraverso il canale del parto

Il feto, per andare incontro ad un parto normale, deve trovarsi in presentazione cefalica, ovvero con la testa rivolta verso il basso. Il primo evento fondamentale per linizio del parto è limpegno della testa fetale; essa si trova normalmente in atteggiamento di flessione e prende contatto con i punti in cui il bacino comincia a restringersi.

Da qui segue una breve discesa, che aiuta ulteriormente la flessione della testa fino al contatto del mento con lo sterno; il movimento di flessione è di importanza fondamentale per la ulteriore progressione del parto; con esso infatti il feto espone i diametri della testa minori, ovvero recupera spazio utile alla propria discesa.

Limpegno della testa fetale nella donna alla prima gravidanza può avvenire anche molto tempo prima dellinizio del travaglio di parto, nella donna che ha già partorito si verifica più tardivamente. Una volta avvenuti limpegno, la discesa e la flessione, la testa del feto compie una rotazione interna dalla posizione originaria (in genere trasversale rispetto al canale del parto) portandosi con loccipite a contatto con la sinfisi pubica e rivolgendo la faccia allosso sacro.

A questo punto, fissando loccipite sotto la sinfisi pubica, la testa compie un movimento di estensione, che le consente finalmente di uscire. Per consentire la fuoriuscita delle spalle e del resto del corpo fetale con il minor danno possibile, il feto compie una seconda rotazione, detta questa volta esterna, per cui le spalle si dispongono una sotto la sinfisi pubica (anteriore) ed una verso losso sacro (posteriore).

La spalla impegnata sotto la sinfisi pubica funge da perno, consentendo alla spalla cosiddetta posteriore di liberarsi per prima, quindi fuoriesce facilmente anche la seconda e con essa tutto il corpo fetale. Una vota reciso il cordone ombelicale, si attende lespulsione spontanea della placenta. Questa fase conclusiva del parto è detta secondamento.

Importanza del primo vagito

Il neonato ha respirato per nove mesi indirettamente attraverso il sangue materno, senza mai sfruttare i suoi polmoni. Ricordiamo che la respirazione, ovvero lo scambio di ossigeno tra aria e sangue, avviene a livello degli alveoli, piccole dilatazioni del parechima polmonare. Fino alla nascita gli alveoli sono collabiti e non contengono aria; con il primo vagito una grande quantità di aria inspirata improvvisamente li riempie e li distende.

Una volta distesi gli alveoli tendono a rimanere tali per tutta la vita grazie ad una sostanza che li ricopre dettasurfactant’. Si tratta di uno strato sottilissimo di acidi grassi ed in particolare di fosfolipidi, prodotto dalle stesse cellule polmonari quando hanno raggiunto un buon grado di maturazione.

Nel parto pretermine spesso si somministra il cortisone; la funzione di questultimo è proprio quella di substrato per le cellule del polmone perché lo convertano nelle componenti del surfactant e consentano al polmone di raggiungere un buon grado di maturità.

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