Si trasmette attraverso la puntura di zanzare del genere Aedes (le stesse che trasmettono anche i virus chikungunya, Zika e febbre gialla), infettate da uno dei quattro sierotipi virali (DEN-1, DEN-2, DEN-3 e DEN-4).
Si tratta di una malattia febbrile che colpisce neonati, bambini e adulti con sintomi che compaiono 3-14 giorni dopo la puntura infettante.
La puntura di zanzare infette causa una malattia simil-influenzale grave e, a volte una complicanza potenzialmente letale chiamata dengue grave, precedentemente conosciuta come febbre emorragica dengue.
Riconosciuta per la prima volta nel 1950 durante le epidemie di dengue nelle Filippine e in Tailandia, la dengue grave colpisce i paesi dell’Asia e dell’America latina ed è diventata, in queste aree, una delle principali cause di ricovero ospedaliero e di morte tra i bambini e gli adulti.
Una diagnosi clinica tempestiva e un’attenta gestione clinica da parte di medici e operatori sanitari adeguatamente formati aumentano la sopravvivenza dei pazienti.
L’incidenza di dengue è aumentata di 30 volte negli ultimi 50 anni.
Sono attualmente stimate 50-100 milioni di infezioni ogni anno in oltre 100 paesi endemici, mettendo a rischio di infezione quasi la metà della popolazione mondiale.

Villa Montallegro, Genova (GE)
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Come si trasmette
Il virus è trasmesso alle persone attraverso la puntura di zanzare femmina del genere Aedes (soprattutto Aedes aegypti) infette. Le persone infette sintomatiche o asintomatiche fungono da serbatoio e amplificatore del virus e possono trasmettere l’infezione per 4-5 giorni, massimo 12 giorni. La dengue non si trasmette direttamente da persona a persona.
Il virus
Il virus della dengue (DEN) comprende quattro sierotipi distinti ma strettamente correlati (DEN-1, DEN-2, DEN-3 e DEN-4), che appartengono al genere Flavivirus, famiglia Flaviviridae.
Genotipi distinti sono stati individuati all’interno di ogni sierotipo, mettendo in evidenza l’ampia variabilità genetica dei sierotipi dengue. Tra questi, i genotipi “Asiatici” di DEN-2 e DEN-3 sono spesso associati alla forma grave di malattia collegati a infezioni secondarie di dengue.
Se una persona si ristabilisce dopo l’infezione da un sierotipo di dengue, per tutta la vita sarà protetto contro quello specifico sierotipo. Al contrario, l’immunità crociata verso gli altri sierotipi è solo parziale e temporanea. Una successiva infezione causata da un altro sierotipo di dengue aumenta il rischio di sviluppare una forma di dengue grave.
La zanzara
La zanzara Aedes aegypti femmina è il vettore principale di trasmissione dei virus alle persone. Dopo un’incubazione di 4-10 giorni, una zanzara infetta è capace di trasmettere il virus per il resto della sua vita.
All’interno della zanzara, il virus infetta l’intestino della zanzara e successivamente si diffonde alle ghiandole salivari per un periodo di 8-12 giorni. Dopo questo periodo di incubazione, il virus può essere trasmesso alle persone con la puntura. Gli stadi immaturi (forme larvali) si riscontrano nelle raccolte d’acqua, soprattutto in serbatoi artificiali di abitazioni.
La zanzara Aedes aegypti attualmente non è presente in Italia. Vive in ambienti urbani e si riproduce principalmente in contenitori artificiali. A differenza di altre zanzare, Aedes aegypti si nutre di giorno, pungendo prevalentemente la mattina presto e la sera prima del tramonto. Le femmine di Aedes aegypti pungono più persone durante ogni pasto.
Focolai di dengue sono stati attribuiti anche a Aedes albopictus, Aedes polynesiensis e diverse specie del gruppo Aedes scutellaris. Ognuna di queste specie ha una particolare ecologia, comportamento e distribuzione geografica.
La Aedes albopictus, molto diffusa anche in Italia, è principalmente una specie da foresta che si è adattata agli ambienti umani rurali, urbani e suburbani. Negli ultimi decenni Aedes albopictus si è diffusa dall’Asia all’Africa, nelle Americhe e in Europa, soprattutto grazie al commercio internazionale di pneumatici usati, dove le uova sono depositate, quando contengono acqua piovana e di piante (es. bambù della fortuna). Le uova sono in grado di sopportare condizioni molto secche (essiccazione) e rimanere vitali per molti mesi in assenza di acqua e il ceppo europeo di Aedes albopictus può subire un periodo di scarso sviluppo (diapausa) durante i mesi invernali, tollerando temperature sotto lo zero.
Le persone
Le persone infette, sintomatiche o asintomatiche, sono i principali serbatoi e moltiplicatori del virus, e servono e da sorgente di virus per le zanzare non infette. Il virus circola nel sangue di una persona infetta per 2-7 giorni, approssimativamente lo stesso tempo che la persona impiega per manifestare la febbre. I pazienti che sono stati già infettati dal virus della dengue possono trasmettere l’infezione attraverso le zanzare Aedes dopo la comparsa dei primi sintomi (durante 4-5 giorni, massimo 12).
Nelle persone la guarigione dall’infezione da un virus dengue fornisce immunità permanente contro quel particolare sierotipo. Tuttavia, questa immunità conferisce solo una protezione parziale e transitoria ad una successiva infezione da parte degli altri tre sierotipi. L’evidenza è sottolineata dal fatto che l’infezione sequenziale aumenta il rischio di sviluppare la dengue grave. Può anche essere importante l’intervallo di tempo tra le infezioni e la particolare sequenza virale delle infezioni.
Sintomi e segni
Una persona infetta dal virus dengue manifesta sintomi simil-influenzali, che vanno da febbre lieve a febbre alta invalidante, con forte mal di testa, dolore dietro agli occhi, dolori muscolari e articolari e rush cutaneo. La malattia, detta anche febbre “rompi-ossa” colpisce neonati, bambini e adulti e può essere raramente letale. Le caratteristiche cliniche della febbre dengue variano a seconda dell’età del paziente.
Si dovrebbe sospettare di dengue quando una febbre elevata (40°C) è accompagnata da due dei seguenti sintomi:
- forte mal di testa
- dolore dietro gli occhi
- nausea, vomito
- ghiandole gonfie
- dolori muscolari e articolari
- eruzione cutanea
I sintomi solitamente durano per 2-7 giorni, dopo un periodo di incubazione di 4-10 giorni dopo la puntura di una zanzara infetta.
Complicanze
Complicanza della dengue è rappresentata dalla dengue grave (conosciuta come febbre emorragica dengue).
Riconosciuta per la prima volta nel 1950 durante le epidemie di dengue nelle Filippine e in Tailandia, colpisce i paesi dell’Asia e dell’America latina ed è diventata, in queste aree, una delle principali cause di ricovero ospedaliero e di morte tra i bambini e gli adulti.
La dengue grave è una complicanza potenzialmente mortale a causa di perdita del plasma, accumulo di liquidi, problemi respiratori, emorragie gravi o compromissione d’organo. Colpisce soprattutto i bambini. I segni premonitori da osservare, e che occorrono 3-7 giorni dopo i primi sintomi, insieme a un calo della temperatura (inferiore a 38°C), sono:
- dolore addominale grave
- vomito persistente
- respiro affannoso
- sanguinamento delle gengive
- sangue nel vomito
- stanchezza, agitazione.
Le successive 24-48 ore della fase critica possono essere letali; è necessaria un’assistenza medica adeguata per evitare complicazioni e il rischio di morte.
Diagnosi
In caso di febbre di qualsiasi natura, soprattutto se al ritorno da un viaggio in una zona a rischio, è necessario rivolgersi immediatamente al medico di fiducia o ad un ospedale per effettuare gli esami di laboratorio che confermino o escludano la diagnosi di dengue.
Terapia
Non esiste un trattamento specifico per la febbre dengue. I pazienti dovrebbero consultare un medico, restare a riposo e bere molti liquidi. Va accuratamente evitata ogni forma di autotrattamento farmacologico. In particolare devono essere evitati alcuni farmaci antipiretici (acido acetilsalicilico – aspirina e ibuprofene), che, a causa della loro azione sulla coagulazione del sangue, potrebbero favorire la comparsa di manifestazione emorragiche (petecchie) o determinarne l’aggravamento.
Per ridurre la febbre e i dolori articolari può essere assunto paracetamolo.
Per la dengue grave, le cure mediche da parte di medici e infermieri con esperienza sugli effetti e sulla evoluzione della malattia possono spesso salvare vite umane. Il mantenimento del volume dei fluidi circolanti è l’elemento centrale di tali cure.

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