Mar. Ott 3rd, 2023

Chikungunya

Il virus chikungunya appartiene al genere alphavirus della famiglia togaviridae ed è trasmesso da zanzare del genere Aedes, (come Aedes aegypti e Aedes albopictus comunemente chiamata zanzara tigre), che trasmettono anche dengue e zika.

Queste zanzare si infettano pungendo una persona malata, nella fase acuta. Entrambe pungono nelle ore diurne, soprattutto la mattina presto e la sera tardi nellambiente esterno, tuttavia Aedes aegypti punge anche allinterno delle abitazioni. Non c’è una trasmissione diretta da persona a persona. Attualmente Aedes aegypti non è presente in Italia.

La chikungunya è nota per vari eventi epidemici, il primo dei quali è stato registrato in Tanzania nel 1952. Da allora, sono stati descritti focolai epidemici in Asia, in Africa, nelle Americhe e anche in Italia e altri Paesi europei. Oltre allepidemia del 2007 in Emilia Romagna, in Italia nel 2017 si è verificata una seconda epidemia che ha interessato alcuni comuni del Lazio e della Calabria.

Le zanzare possono trasmettere linfezione pungendo una persona malata, nella fase acuta. La zanzara si infetta e successivamente pungendo unaltra persona può trasmettere il virus.

Il virus non si trasmette invece da persona a persona con i normali contatti di vita quotidiana.

Esistono rare documentazioni di trasmissione da madre a feto, soprattutto durante il secondo trimestre di gravidanza. In madri viremiche è stata inoltre documentata la trasmissione durante il parto. Non è stata dimostrata la presenza del virus nel latte della madre.

Linfezione può essere contratta attraverso trasfusioni di sangue e emocomponenti, cellule organi e tessuti. In Italia vengono applicate strette misure di sorveglianza che garantiscono la sicurezza di questi prodotti.

Sintomi e segni

Il nome chikungunya deriva da una parola chimakonde che significa diventare contorti e descrive il camminare curvo e lapparenza di sofferenza provocata dai dolori articolari.

La chikungunya è una malattia febbrile acuta che esordisce improvvisamente con febbre e dolori articolari che colpiscono le mani, i polsi, le anche e i piedi.

I sintomi si sviluppano generalmente 4-8 giorni dopo la puntura di una zanzara infetta, con una variabilità da 2 a 12 giorni. La maggior parte dei pazienti guarisce dopo pochi giorni, ma in alcuni casi i dolori articolari possono persistere per settimane, mesi o anche più.

Il virus pertanto può causare una malattia acuta, subacuta o cronica.

Altri segni comuni ai sintomi comprendono dolori muscolari, cefalea, esantema cutaneo e leucopenia. I sintomi negli individui infetti sono spesso lievi e linfezione può passare inosservata o mal interpretata nelle aree dove si verifica la dengue. Sono stati riportati casi occasionali di dolori gastrointestinali, complicazioni agli occhi, al cuore e complicazioni neurologiche.

Complicanze

La chikungunya è generalmente una malattia a decorso benigno.

Le complicazioni sono rare e consistono in uveite, retinite, miocardite, epatite, nefrite, lesioni cutanee bollose, emorragie, meningoencefalite, mielite, sindrome di Guillain-Barré e paralisi dei nervi craniali.

Le complicanze più gravi sono rappresentate dalla meningoencefalite e dallo shock settico da coagulazione vasale disseminata.

Le categorie a maggior rischio di sviluppare forme gravi sono i neonati esposti al parto, gli anziani di età superiore a 65 anni, e le persone con condizioni mediche preesistenti quali ipertensione, diabete, o patologie cardiovascolari.

Alcuni pazienti possono avere recidive di forme reumatiche, quali poliartralgia, poliartrite, tenosinovite nei mesi successivi la fase acuta di chikungunya.

I dolori articolari possono persistere per mesi o anni.

La mortalità è rara e generalmente si verifica nelle persone anziane.

Diagnosi

La diagnosi di laboratorio di infezione da virus chikungunya e dengue viene effettuata presso i laboratori regionali/interregionali di riferimento individuati e aggiornati periodicamente con circolari ministeriali relative alla sorveglianza dei casi umani delle malattie trasmesse da vettori.

I laboratori inviano i campioni biologici relativi ai casi al Laboratorio Nazionale di Riferimento per gli Arbovirus dellIstituto Superiore di Sanità Dipartimento di malattie infettive, parassitarie ed immunomediate.

Terapia

Non esiste alcun specifico trattamento contro il virus della febbre Chikungunya, perciò il trattamento è diretto principalmente nel dare sollievo ai sintomi, in particolare al dolore articolare ed è basato su:

Le persone affette da febbre Chikungunya dovrebbero essere protette da punture degli insetti, mediante applicazione di repellenti sulla cute, uso di zanzariere e di insetticidi negli ambienti in cui soggiornano, per evitare che possano propagare linfezione.

Prevenzione

Come per dengue e zika, anche questo virus richiede un approccio globale che coinvolge diverse aree di intervento, dalla salute, allistruzione, allambiente.

Controllo delle zanzare

Le zanzare e i siti dove si riproducono costituiscono un rischio significativo per linfezione da virus chikungunya. La prevenzione e il controllo si basano sula riduzione delle zanzare attraverso la riduzione delle fonti (rimozione e modifica dei siti dove si riproducono) e sulla riduzione del contatto fra le zanzare e le persone.

Le misure comprendono leliminazione dei siti di riproduzione delle zanzare e ladozione di misure di protezione personale:

Sorveglianza

Il Piano di sorveglianza del ministero della Salute prevede tre componenti principali:

Il virus chikungunya è trasmesso principalmente dalle zanzare Aedes. In Italia il vettore potenzialmente più competente è Aedes albopictus, meglio conosciuta come “zanzara tigre”. Regioni e Comuni hanno la responsabilità di effettuare tempestivamente le attività per il controllo delle zanzare invasive.
I protocolli da seguire per il controllo delle zanzare invasive (appartenenti al genere Aedes) seguono schemi diversi a seconda dellentità del rischio. Infatti la presenza e la densità del vettore  e la relativa possibilità di casi umani di arbovirosi, delineano tre situazioni con livelli di rischio diversi:

Sorveglianza donatori di sangue ed emocomponenti

Ai donatori di sangue, che abbiano soggiornato nelle aree dove si sono registrati casi autoctoni dinfezione da virus chikungunya, o che abbiano manifestato sintomi potenzialmente ascrivibili alle suddette infezioni, viene applicato il criterio di sospensione temporanea dalla donazione di sangue ed emocomponenti rispettivamente per 28 giorni dal rientro da tali aree e per 120 giorni dalla risoluzione completa dei sintomi.

Il Centro nazionale sangue definisce e aggiorna le misure di prevenzione della trasmissione trasfusionale delle infezioni da virus chikungunya sulla base della situazione epidemiologica e ne cura la diffusione alla rete di competenza anche mediante la pubblicazione sul proprio sito.

Sorveglianza donatori di organi, cellule e tessuti

Per la donazione di organi, si raccomanda di rafforzare la sorveglianza anamnestica per le seguenti tipologie di donatori: