Cosa si intende per tumori di testa e collo?
Con questo termine si intendono solitamente i tumori che originano nell’area del collo e della testa. Tradizionalmente le sedi di insorgenza sono:
- cavità orale (labbra, lingua, pavimento orale, mucose gengivali, palato)
- faringe (tonsille, rinofaringe, orofaringe e ipofaringe)
- laringe
- cavità nasali e seni paranasali
- ghiandole salivari (parotide, sottomandibolare, sottolinguale e ghiandole salivari minori)
- tiroide (vedi scheda)
- linfonodi del collo
- pelle
- orecchio ed osso temporale
- orbita
- base del cranio
I tumori della testa e del collo rappresentano circa il 10-12% di tutti i tumori maligni negli uomini ed il 4-5% nelle donne.
In Italia si stima che vi siano ogni anno circa 6.500 nuovi casi di tumori del cavo orale e del faringe e poco meno, circa 5.500, di tumori della laringe; i tumori della tiroide sono meno frequenti, più numerosi nella donna, e sono circa 1.000-1.500 nuovi casi all’anno. La sopravvivenza globale è migliore rispetto a quella di tumori di altre sedi, generalmente più aggressivi, con una media di guarigioni che va dal 50-60% a quasi il 90% per i tumori tiroidei.

Ospedale Civile di Verona
L’Ospedale Civile Maggiore di Borgo Trento è situato in Piazzale Stefani 1 e fa parte dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona AOUI assieme al Policlinico G.B. Rossi di Borgo Roma. Nella struttura, assieme al Policlinico di Borgo Roma, vi vengono svolte numerose attività d’eccellenza, tra cui trapianti, neurochirurgia, cardiochirurgia, chirurgia toracica, centro ustioni e oncoematologia, […]
Quali sono i fattori di rischi per i tumori di testa e collo?
Circa otto tumori su dieci sono correlati al fumo di sigaretta ed al consumo di alcolici.
Alcune forme inoltre hanno le infezioni virali da Epstein Barr Virus (EBV) o Human Papilloma Virus (HPV) come fattori predisponenti. Altri fattori di rischio sono rappresentati dalla cattiva igiene orale e dall’insufficiente consumo di frutta e verdura.
Alcune forme di tumore dei seni paranasali hanno una maggiore incidenza nei lavoratori del legno (falegnami, parquettisti).
Quali sono i sintomi associati ai tumori di testa e collo?
I sintomi che più comunemente rappresentano un segnale d’allarme per tali patologie sono il bruciore o il dolore in bocca, in associazione ad ulcerazioni o neoformazioni, a volte sanguinanti, che stentano a guarire.
Altri sintomi comuni sono: abbassamento della voce (disfonia) che persiste per oltre due-tre settimane e talora difficoltà respiratoria o senso di “ingombro in gola”; dolore o difficoltà alla deglutizione con irradiazione ad un orecchio; tumefazioni del collo nelle regioni laterali (malattia dei linfonodi) o anteriori (ghiandola tiroide); emorragie nasali con ostruzione respiratoria o intenso mal di testa.
Come si diagnosticano i tumori di testa e collo?
La raccolta della storia clinica ed un esame clinico accurato sono il primo approccio per giungere ad una corretta diagnosi. Tra gli esami necessari per giungere ad una corretta diagnosi si ricordano:
Endoscopia: gli esami endoscopici condotti con endoscopi rigidi o flessibili, collegati con una telecamera ad un monitor o a sistemi di registrazione, sono indispensabili per inquadrare correttamente ciascun caso clinico.
Biopsia: per ottenere una diagnosi certa è indispensabile un esame che si chiama biopsia. Questa può essere eseguita con anestesia locale oppure generale. I frammenti di tessuto vengono inviati nel reparto di anatomia patologica dove uno specialista, attraverso esami microscopici, giudicherà il tipo di malattia. In caso di ingrossamenti di porzioni laterali o della regione anteriore del collo, la biopsia viene eseguita con una siringa che aspira attraverso la pelle le cellule da esaminare (agobiopsia). Questo esame viene solitamente praticato sotto controllo ecografico.
Esami radiologici: ecografia, TAC e risonanza magnetica (RMN), da effettuarsi con mezzo di contrasto, si rendono necessarie una volta accertata la natura della malattia, per valutarne l’estensione locale, regionale o la diffusione a distanza, in modo da poter effettuare la giusta programmazione terapeutica. La TAC con mezzo di contrasto, poco utile per valutare l’estensione locale del tumore, trova indicazione nella stadiazione della malattia per escludere la presenza di localizzazioni polmonari o encefaliche a distanza. La RMN è la metodica oggi più indicata per definire l’estensione del tumore e i suoi rapporti con le strutture vicine, oltre che per la rivalutazione dei pazienti dopo il trattamento. La PET con fluorodesossiglucisio (FDG) è un esame che consente di identificare con elevata accuratezza l’estensione della malattia, sia a livello dei linfonodi locoregionali che a distanza. L‘elevata sensibilità la rende una metodica fondamentale per la corretta gestione dei pazienti. Altri radiofarmaci oltre all’FDG possono dare informazioni specifiche in casi particolari.
Analisi del sangue: hanno un ruolo di rilievo unicamente nella patologia della ghiandola tiroide e delle paratiroidi. Il dosaggio della calcitonina è fondamentale per la diagnosi di carcinoma midollare della tiroide. Il dosaggio del paratormone, eseguito durante e dopo l’intervento chirurgico di asportazione di adenomi delle paratiroidi, rappresenta un elemento guida e di valutazione del successo terapeutico.
Quali sono i trattamenti per i tumori di testa e collo?
La scelta del trattamento dipende dal tipo di tumore, dalla sede e dallo stadio, oltre che dalle condizioni generali o dal volere del paziente. Per definire il corretto trattamento è necessaria la collaborazione di più specialisti che riunendosi ogni settimana (visita multidisciplinare o collegiale) possano offrire il meglio delle proprie competenze. Questo team – come avviene nei migliori Centri di Chiurgia del Basicranio degli Stati Uniti, è costituito dall’otorinolaringoiatra, dall’oncologo medico, dal radioterapista, dal radiologo, dall’anatomo-patologo, dal medico nucleare e da tutti coloro che sono, in qualche maniera, coinvolti nella decisione della terapia, come il neurochirurgo, il chirurgo vascolare e toracico, l’oftalmologo, il chirurgo plastico.
In questi tumori il trattamento di prima scelta è molto spesso la chirurgia.
Fino a non molti anni fa la chirurgia di queste patologie era caratterizzata da procedure demolitive e spesso invalidanti.
Oggi, grazie all’ausilio delle nuove tecnologie e di migliori conoscenze sulla biologia dei tumori, si è in grado di garantire risultati oncologici validi anche con approcci mini-invasivi, con demolizioni mirate, senza incisioni cutanee e con riduzione del numero dei giorni di degenza, di convalescenza e di ripresa delle normali abitudini di vita.
In particolare la chirurgia laser transorale consente di curare malattie della bocca, della faringe e soprattutto della laringe.
I tumori di piccole e medie dimensioni vengono asportati senza incisioni al collo e grazie all’utilizzo di un microscopio operatorio possono essere rimossi minimizzando i danni funzionali.
Quando queste metodiche non sono realizzabili restano attuali le procedure tradizionali, anch’esse comunque volte ad evitare imponenti demolizioni.
I tumori maligni della laringe, ad esempio, sono oggi molto più spesso curabili con metodiche chirurgiche e tecniche conservative piuttosto che con la tradizionale asportazione in blocco dell’organo della fonazione, che comporta una conseguente e invalidante perdita delle voce e la presenza di una tracheotomia definitiva.
La tecnologia è comunque giunta in aiuto anche in queste situazioni, con la possibilità di applicare delle protesi fonatorie che si sostituiscono alle corde vocali.
I trattamenti chirurgici praticati nel distretto del capo e del collo devono tenere in conto la necessità di garantire non solo una radicale eliminazione della malattia, ma anche la miglior conservazione possibile dell’aspetto estetico e funzionale. Per tale motivo è fondamentale l’ausilio della chirurgia ricostruttiva, che oltre a ricostruire i difetti di tessuto, garantisce un miglioramento nelle possibilità di ripresa delle funzioni sia di deglutizione che di respirazione. In casi selezionati, laddove l’area interessata dal tumore sia attraversata da importanti fibre nervose motorie ( nervo facciale, nervo laringeo), è possibile utilizzare sistemi di monitoraggio intraoperatorio dell’attività di tali nervi cranici al fine di preservarne la funzione.
Questa metodica trova particolare indicazione nella chirurgia delle ghiandole salivari e dei tumori dell’osso temporale (nervo facciale) o nella chirurgia dei tumori tiroidei (nervo laringeo inferiore o ricorrente).
La collaborazione con neurochirurghi, chirurghi vascolari e, talora, con chirurghi plastici consente di affrontare patologie di grosse dimensioni oppure localizzate in sedi critiche e di confine.
La radioterapia rappresenta una delle principali modalità terapeutiche nei trattamenti dei tumori della regione della testa e del collo. La radioterapia esclusiva con intento curativo è frequentemente indicata come primo trattamento di scelta, per esempio nei tumori rinofaringei o nel trattamento del tumore della laringe nello stadio iniziale, come alternativa non invasiva alla chirurgia. La Radioterapia da sola è anche indicata, in alcuni casi, con finalità e dosi palliativo-sintomatiche, per ridurre cioè i sintomi o le conseguenze della progressione locale di malattia, che possono influenzare la qualità della vita in modo significativo. In alcune circostanze, rispetto alle metodiche standard di chirurgia, la radioterapia in associazione con la chemioterapia può essere una opzione terapeutica alternativa a scopo conservativo, nella prospettiva cioè di conservazione d’organo, quando è tecnicamente possibile solo una chirurgia demolitiva per l’estensione loco regionale di malattia. La Radioterapia post-operatoria, cioè prescritta entro alcuni mesi dall’intervento, è indicata, nel caso la chirurgia non sia riuscita nell’ eradicazione completa del problema, per la presenza di malattia residua o fattori di rischio di recidiva locale. La radioterapia può seguire l’intervento, anche dopo un tempo più lungo, a scopo di salvataggio, cioè quando ci sono evidenze di ripresa locale di malattia a distanza di tempo dalla chirurgia. La radioterapia moderna, grazie a nuove te