La prostata è una ghiandola presente solo negli uomini, che ha il compito principale di produrre e immagazzinare il liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione. È situata davanti al retto, al di sotto della vescica, e avvolge l’uretra, il piccolo canale deputato al trasporto dell’urina.
Il tumore della prostata è uno dei più comuni tra gli uomini, e il rischio è direttamente correlato all’età: se a 50 anni circa 1 uomo su 4 presenta cellule cancerose nella prostata, a 80 anni questa condizione riguarda 1 uomo su 2. Un ingrossamento di questa ghiandola (che in condizioni normali ha le dimensioni di una noce) non è necessariamente indice della presenza di un tumore: si può infatti avere una proliferazione fisiologica del tutto benigna e, anche in caso di presenza di cellule maligne, la crescita può essere così lenta da non costituire un pericolo. Il tumore alla prostata cresce in genere lentamente, senza diffondersi al di fuori della ghiandola. Esistono tuttavia anche forme più aggressive, nelle quali le cellule malate invadono rapidamente i tessuti circostanti e si diffondono anche ad altri organi.
Quali sono le cause del tumore della prostata?
Le cause di questa neoplasia non sono ancora del tutto chiare: alla base vi è una mutazione nel DNA delle cellule che causa una proliferazione anomala delle stesse, il cui accumulo forma il tumore.
Si può prevenire il tumore della prostata?
Tenere sotto controllo il peso e limitare il consumo di grassi, soprattutto di quelli saturi (carni grasse di origine animale e formaggi) costituisce la sola forma di prevenzione di questo tumore. Una diagnosi precoce può essere effettuata attraverso la misurazione del PSA, un antigene prostatico specifico, con una semplice analisi del sangue da effettuare regolarmente dopo i 50 anni di età. I dati emergenti dai lavori sullo screening suggeriscono di eseguire l’esame dopo i 40 anni in caso di familiarità.
Diagnosi
Nella maggioranza dei casi, la diagnosi di tumore della prostata si affida agli esami di screening, poiché agli stadi iniziali questa neoplasia è in genere asintomatica, tanto che il 30% circa dei casi vengono scoperti quando la malattia si è già diffusa oltre la ghiandola.
Gli esami di screening fanno spesso parte di una visita medica di routine, soprattutto negli uomini dopo i 40 anni di età. Il medico può anche raccomandare esami specialistici a causa di sintomi indicativi di un disturbo alla prostata. Gli esami comprendono:
- Esplorazione Rettale – Il medico, dopo aver indossato un guanto lubrificato, introduce delicatamente un dito nel retto del paziente per palpare la parete posteriore della ghiandola prostatica premendo contro la parete dell’ano. Circa il 70% dei tumori si sviluppano vicino alla parte esterna della prostata e, in alcuni casi, sono rilevabili tramite un’esplorazione rettale.
- Esame del PSA (Antigene Prostatico Specifico) – Consiste in un prelievo di sangue allo scopo di verificare il livello ematico di PSA, una sostanza prodotta dalla ghiandola prostatica che serve a fluidificare il liquido seminale. Una piccola quantità di PSA circola sempre nel sangue. Livelli elevati di PSA o livelli crescenti nel tempo potrebbero indicare una prostatite, un’ipertrofia prostatica o un tumore della prostata.
- Biopsia – In presenza di un sospetto clinico (palpatorio) o biochimico (PSA elevato) il medico può raccomandare una biopsia prostatica multipla per via transrettale, in anestesia locale, mediante centratura ecografica. L’esame consiste in un numero variabile di prelievi di piccoli campioni di tessuto da aree diverse della prostata. Il tessuto viene poi analizzato al microscopio per accertare la presenza di cellule neoplastiche. La biopsia è un esame generalmente ambulatoriale che non richiede il ricovero ospedaliero.
Grado di aggressività e stadiazione
Le biopsie vengono sottoposte ad esame istologico al microscopio. Se vengono rilevate cellule neoplastiche, il medico anatomopatologo provvede a stabilire l’estensione del tumore nel tessuto. Possono quindi rendersi necessari altri esami ematici o radiologici.
- Radiografia del Torace – Benché meno del 5% dei tumori prostatici si diffonda ai polmoni, in fase preoperatoria è necessario eseguire una RX del torace.
- Tomografia Assiale Computerizzata (TAC) – La TAC è per lo più utile in associazione con altri esami. Può mostrare i linfonodi patologici nella pelvi e nell’addome, dove il tumore prostatico tende a diffondersi. Tuttavia l’esame non è abbastanza sensibile per rilevare cellule tumorali singole o microscopiche nei linfonodi. Al momento, la TAC non fornisce informazioni sufficientemente attendibili sullo stato della prostata o sullo stadio del tumore, e trova indicazione solo in casi selezionati.
- Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) – La Risonanza Magnetica non richiede l’impiego di radiazioni. Ad oggi viene utilizzata in casi specifici per valutare la presenza di malattia nell’osso e nelle parti molli.
- Scintigrafia ossea – È una procedura diagnostica utile per stabilire la diffusione del tumore alle ossa. La sua necessità dipende dal tipo e dallo stadio del tumore prostatico, oltre che dai valori di PSA.
- PET con colina – È una moderna metodica che utilizza un radiofarmaco specifico. Attualmente è l’esame con la più elevata accuratezza diagnostica per la valutazione della diffusione della malattia e, in particolare, per la rivalutazione in caso di recidiva biochimica.
Trattamenti

IRCCS San Matteo di Pavia
La Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico San Matteo è situata a Pavia in viale Camillo Golgi 19. Dal 1982, come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, persegue, secondo standards di eccellenza, finalità di ricerca biomedica e prestazioni di ricovero e cura di alta specialità, distinguendosi per una spiccata integrazione fra ricerca scientifica e didattica sia […]
Una volta confermata la diagnosi di cancro della prostata e stabilito il “grading” (grado di aggressività) in base al punteggio di Gleason, l’urologo discute le opzioni terapeutiche con il paziente. Gli approcci terapeutici per il cancro della prostata variano dalla vigile osservazione alla sorveglianza attiva, dalla radioterapia all’intervento di asportazione della prostata (prostatectomia radicale) all’ormonoterapia e alla chemioterapia. La scelta del trattamento dipende da fattori come l’estensione del tumore, la sua eventuale diffusione extra-prostatica, l’età del paziente e il suo stato di salute generale.
I medici di Humanitas visitano ogni anno un elevato numero di persone affette da tumore alla prostata. Tale esperienza li aiuta ad indirizzare i pazienti verso l’approccio terapeutico più appropriato e multidisciplinare, utilizzando differenti modalità di cura.
- Chirurgia
È il trattamento più diffuso per il tumore prostatico. La chirurgia come unica modalità terapeutica (senza quindi prevedere altri trattamenti successivi come radioterapia, chemioterapia, ecc.) è efficace per trattare il cancro circoscritto alla ghiandola prostatica. - Radioterapia a fasci esterni
La Radioterapia consiste nell’erogazione di raggi X per distruggere le cellule neoplastiche, che sono in genere più sensibili agli effetti dannosi delle radiazioni rispetto alle cellule normali. Si possono utilizzare le radiazioni per trattare quasi tutti gli stadi di cancro della prostata, con o senza chirurgia, a seconda dello stato di salute generale del paziente e della gravità del tumore.
La radioterapia viene comunemente utilizzata anche dopo l’intervento chirurgico (radioterapia post-operatoria) per trattare l’area in cui era contenuta la prostata (loggia prostatica). - Ormonoterapia
L’ormonoterapia riduce la produzione degli ormoni sessuali maschili, responsabili dell’accelerazione della crescita del tumore prostatico. Rappresenta un’opzione nei casi di cancro prostatico avanzato, da sola o in associazione con altre terapie. - Chemioterapia
Nei pazienti che sviluppano resistenza ad un trattamento ormonale può essere indicato un trattamento chemioterapico. - Vigile osservazione e sorveglianza attiva
La vigile osservazione – che consiste nel monitoraggio del paziente con la valutazione periodica del PSA – e la sorveglianza attiva (monitoraggio del paziente con PSA e biopsie ripetute) possono rappresentare un’opzione terapeutica in casi selezionati.

Ospedale Cardarelli di Napoli
L’Azienda Ospedaliera di Rilievo Nazionale Antonio Cardarelli rappresenta un punto di riferimento non solo per il meridione d’Italia ma per l’intera penisola. I suoi Dipartimenti, i suoi Reparti, accolgono ogni giorno migliaia di pazienti. Dei 21 padiglioni esistenti, costruiti in diverse epoche a partire dal 1927 fino al 1990, 14 sono destinati alle attività di […]

Dott. G. Grimaldi, Urologo, Napoli (NA)
Studio Medico di Urologia e Andrologia Visita Uro-Andrologica 30 minuti La visita urologica è una visita specialistica, dedicata all’apparato genito-urinario maschile e femminile. Alla prima visita consiglio di portare in visione : Un elenco scritto dei farmaci assunti Eventuali esami ematochimici e strumentali (eco, tac, risonanze, etc.) prec.effettuati. Copia delle cartelle di eventuali ricoveri precedenti […]