La rinosinusite rappresenta un rilevante problema clinico e sembra essere in progressivo aumento parallelamente all’aumento della forme allergiche. Per rinosinusite si intende genericamente un’infiammazione dei seni paranasali, ovvero le cavità pneumatiche scavate nel massiccio facciale. Niente di più superficiale si potrebbe dire, in quanto la diagnosi di rinosinusite, frequentemente non può prescindere dalla stretta collaborazione multispecialistica di allergologo, pneumologo, immunologo e infettivologo. La rinosinusite può essere un comune raffreddore, rinosinusite virale, associato o non all’esposizione ad allergeni, della durata di pochi giorni e caratterizzato da secrezioni sierose. La rinosinusite batterica può essere acuta, sub acuta, acuta ricorrente, cronica, cronica riacutizzata. Importante e ancora con aree di mistero il gruppo delle rinosinusiti con poliposi nasale che possono essere distinte in cinque differenti gruppi in relazione alla monolateralità o bilateralità, all’evoluzione clinica e all’associazione con malattie sistemiche.
La suddivisione delle rinosinusiti in acuta, sub acuta, acuta ricorrente e cronica o cronica riacutizzata segue un criterio temporale. Nelle rinosinusiti acute il tempo di durata è inferiore ai 10-14 giorni, nelle sub acute arriva alle tre settimane. Le forme acute ricorrenti rappresentano rinosinusiti acute ripetitive durante l’anno; le forme croniche sono rinosinusiti che si protraggono per tutto l’anno potendo avere delle puntate di riacutizzazione caratterizzate da peggioramento del quadro sintomatologico. La mucosa nasale è ampiamente colonizzata da batteri; i batteri responsabili delle flogosi paranasali, streptococco pyogenes, stafilococco aureus, morexella chatarralis e hemophilus influenzae, vivono nel naso e nei seni paranasali. In situazioni particolari possono virulentarsi e produrre l’infezione. Casi particolari rappresentano le rinosinusiti micotiche o da corpo estrano odontogeno.

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Che cos’è la rinosinusite?
La rinosinusite si caratterizza dalla congestione delle fosse nasali con limitazione della respirazione nasale e produzione di essudato mucoso denso e viscoso, che può tendere al giallastro o verde. In questa situazione la lacrimazione aumenta, il senso di peso a livello della proiezione dei seni paranasali sul volto può trasformarsi in vera e propria cefalalgia.
Quali sono le cause della rinosinusite?
Le cause di rinosinusite con e senza poliposi nasale sono molteplici e per certi versi ancora ignote. Sensibilizzazione allergica, asma bronchiale, malattie sistemiche come la fibrosi cistica, la sindrome di Kartagener o la malattia delle cilia immobili e vasculiti possono rappresentare un fattore causale. La rappresentazione della popolazione cellulare della mucosa di naso e seni paranasali, oggi valutabile con la citologia nasale, può rappresentare anch’essa un fattore causale, così come la variabilità anatomica delle vie di drenaggio fra naso e seni paranasali.
Quali sono i sintomi della rinosinusite?
I sintomi della rinosinusite includono:
- Ostruzione respiratoria nasale con congestione nasale
- Rinorrea anteriore
- Rinorrea posteriore
- Cefalalgia
- Iposmia e disgeusia
- Tosse
- Alito cattivo (alitosi)
- Cacosmia
- Ovattamento auricolare
- Febbre
Diagnosi
La diagnosi di rinosinusite è clinica. Il racconto anamnestico indirizza verso la diagnosi e l’endoscopia della fosse nasali con evidenza di essudato purulento a provenienza dalla vie di drenaggio dei seni paranasali la conferma. Questo semplice esame ha completamente sostituito la RX dei seni paranasali, che deve essere considerato un esame obsoleto. La TC del massiccio facciale in proiezione assiale e coronale senza mezzo di contrasto è indispensabile sia dal punto di vista diagnostico in quelle forme di rinosinusite caratterizzare da assenza di produzione di muco e sostenute dalla pneumatizzazione delle vie drenaggio dei seni paranasali con disventilazione dei seni paranasali stessi, sia per il planning terapeutico rappresentando il GPS del chirurgico nell’ambito della chirurgia endoscopica rinosinusale. In casi selezionati la RMN con mezzo di contrasto del massiccio facciale orienta nella tipizzazione della diagnosi di forme particolare di rinosinusite, come nel caso delle rinosinusiti micotiche o ad escludere forme tumorali benigne o maligne.
Trattamenti
Il trattamento delle rinosinusiti acute è basato sull’utilizzo a dosi terapeutiche corrette di antibiotico ad ampio spettro e steroide per via sistemica. Per periodi di tempo limitato l’utilizzo di vasocostrittori nasali può essere utile nell’accelerare la guarigione.
I lavaggi nasali con la semplice soluzione fisiologica in prodotti preconfezionati o nella siringa senza ago rappresentano una fondamentale misura igienico preventiva locale. L’azione del lavaggio nasale consiste nell’abbattere i fattori portatori di infiammazioni localmente come ad esempio agenti inquinanti atmosferici, allergeni o l’essudato purulento stesso nelle forme batteriche acute o nelle forme con poliposi nasale che sono caratterizzate di frequente da un’abbondante produzione di muco denso e viscoso, ricco di cellule infiammatorie (eosinofili).
Sconsigliabile sempre l’utilizzo di antinfiammatori non steroidei (FANS), comunemente e in modo sbagliato utilizzati sfruttando la loro azione antalgica. Per il dolore può essere sofficiente il Paracetamolo.
Nelle forme acute ricorrenti, nelle forme croniche con o senza poliposi nasale e in particolare nelle forme associate ad allergia o asma (sindrome rinobronchiale) è fondamentale l’uso protratto e senza paura di effetti collaterali inesistenti, di corticosteroidi topici in spray sempre preceduti dal lavaggio nasali con fisiologica. Il cortisonico spray topico oltre a decongestionare la mucosa nasale, esalta il movimento ciliare e il trasporto di muco, evitandone il ristagno e la sovrainfezione che promuove la cronicizzazione dell’infezione.
Se la rinosinusite è associata ad allergia l’utilizzo dell’antistaminico può aiutare ridurre la sintomatologia a carico delle mucose.
Nelle forme acute ricorrenti, nelle forme fungine, nelle forme croniche con o senza poliposi nasale la chirurgia risulta fondamentale della gestione della rinosinusite. Oggi il gold stand mondiale per la gestione della patologia infiammatoria rinosinusale è la chirurgia endoscopica rinosinusale. La chirurgia endoscopica rinosinusale (FESS acronimo inglese che sottintende functional endoscopic sinus surgery) consente la risoluzione dei sintomi con buona compliance da parte del paziente, che rimane ricoverato una sola notte e per una sola notte deve tollerare una medicazione nasale che serve a evitare lo sgocciolamento retronasale e che per comodità definiamo tampone nasale. Tuttavia è fondamentale essere onesti con i pazienti e laddove vi sia la consapevolezza che l’atto chirurgico rappresenta una possibilità terapeutica non definitiva, come nelle poliposi nasale associate a asma, allergie o malattie sistemiche, è importante comunicarlo e sensibilizzare i pazienti alla contestuale gestione con automedicazione dei naso. L’associazione di più strategie terapeutiche ha di fatto contribuito ad allungare i periodi di benessere dopo terapie mediche e chirurgiche allontanando le recidive.

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