Gio. Set 21st, 2023

Metastasi epatiche

Il fegato è tra gli organi più frequentemente colpiti da metastasi originate da tumori maligni che insorgono in tutte le parti del corpo. In genere il coinvolgimento del fegato fa parte di un processo più esteso, che interessa anche altri organi, come polmoni, ossa, encefalo. In queste situazioni, i trattamenti sono generalmente di tipo sistemico (ossia dati per vena o per bocca), per poter garantire una diffusione a tutte le sedi interessate.

Nel caso del cancro colorettale, il fegato può essere lunica sede coinvolta dalle metastasi e rimanere tale fino alla morte. Su queste considerazioni si è affermata lindicazione ad effettuare aggressive terapie locali, prima fra tutte la chirurgia resettiva.

Circa il 20% dei pazienti cui viene diagnosticato un tumore colorettale presenta metastasi epatiche alla prima diagnosi, mentre quasi il 50% di quelli operati può svilupparle dopo lintervento.
Tali percentuali sono condizionate dallo stadio della neoplasia: quanto più è tempestiva e precoce la diagnosi del cancro colorettale, tanto meno è frequente la comparsa di metastasi.

Le metastasi danno segni di sé solo nelle fasi più avanzate con sintomi come debolezza, inappetenza, vaghi dolori nella sede del fegato, alterazioni degli esami del sangue.

Diagnosi

La diagnosi viene quasi sempre effettuata mediante esami strumentali (ecografia, TAC, MR e PET) ed ematici (marcatori tumorali come CEA e CA 19-9). Per questo motivo è opportuno effettuare, dopo un intervento per cancro colorettale, controlli periodici per poter effettuare una diagnosi precoce delle metastasi al fegato, qualora si presentino.

Una volta posta la diagnosi è necessario sia valutare più accuratamente la situazione a livello epatico, sia escludere la presenza di metastasi in altre sedi. A tale scopo, gli esami utili sono:

Trattamenti

Chirurgia

La resezione chirurgica del fegato interessato dalle metastasi si è dimostrata nel tempo la forma di terapia che ottiene i migliori risultati, in quanto la sopravvivenza a cinque anni, nelle maggiori casistiche, varia tra il 40 ed il 60%.
È quindi una chirurgia che, se messa in atto da mani esperte, può conseguire ottimi risultati, che però dipendono in parte anche dallestensione della malattia e da altre caratteristiche quali sede e numero delle metastasi, entità dellinteressamento epatico, precocità della comparsa.

Chirurgia ecoguidata

Humanitas Cancer Center è tra i centri leader nel mondo nello sviluppo di tecniche chirurgiche in grado di aumentare la possibilità di intervenire sulle metastasi epatiche limitando al massimo la quantità di tessuto sano da asportare. La guida ecografica in tutte le sue fasi ha permesso ai medici di Humanitas Cancer Center di sviluppare nuovi tipi di interventi, caratterizzati dalla rimozione di parti di fegato più piccole, prima giudicate non asportabili se non insieme a porzioni più grandi dellorgano stesso, pena la funzionalità non ottimale dellorgano residuo. Il team chirurgico di Humanitas ha, peraltro, sviluppato tecniche che consentono non solo di limitare la quantità di fegato sano funzionante sacrificato ma anche di farlo in modo anatomico, raggiungendo cioè lideale compromesso tra radicalità oncologica e conservazione della parte non neoplastica. La massima conservatività legata alluso dellecografia come vero e proprio strumento di navigazione intraepatica, ha permesso ai chirurghi di Humanitas Cancer Center di trattare con successo anche pazienti con un numero di metastasi elevato, offrendo loro possibilità di cura altrimenti non percorribili.

Resezioni epatiche ripetute

Il fegato ha la proprietà di rigenerare autonomamente le parti che ne vengono asportate. Se compaiono ulteriori metastasi si possono quindi eseguire resezioni ripetute nel tempo, seguendo i criteri adottati per le resezioni primarie. Inoltre, il risparmio di tessuto sano, possiible grazie alle tecniche di guida ecografica, permette di mantenere inalterate le soluzioni tecniche disponibili allatto del primo intervento anche per le eventuali successive operazioni.

Nei casi in cui esistano fattori prognostici negativi, a causa dei quali il risultato della resezione chirurgica è più dubbio, è ormai consolidata lindicazione ad effettuare contemporaneamente altre terapie (chemioterapia, termoablazione, embolizzazione, radioterapia stereotassica).

Chemioterapia

Termoablazione

Viene utilizzata nelle situazioni in cui la resezione di una o più metastasi possa essere di difficile applicazione, per via di condizioni locali o generali. Può essere attuata sotto la guida di una ecografia, introducendo la sonda attraverso la cute; può anche essere utilizzata durante lintervento di resezione chirurgica, per completare leliminazione di tutte le metastasi.

Embolizzazione

In alcuni casi selezionati è possibile procedere, in associazione con altre metodiche terapeutiche, a terapie trans-catetere, eseguite cioè con metodica angiografica, attraverso un sottile cateterino, portato nellarteria epatica e nei suoi rami più periferici attraverso puntura dellarteria femorale. In questo modo le sostanze che hanno lo scopo di bloccare lapporto di sangue vengono iniettate nei rami arteriosi che nutrono la metastasi, cercando di determinare la necrosi del nodulo.
In presenza di metastasi da tipi particolari di tumori (detti neuroendocrini) la procedura di embolizzazione (TAE) può costituire unopzione terapeutica particolarmente importante.

Radioterapia

In Humanitas, i pazienti in cui non sono indicati lintervento chirurgico o altri trattamenti locali a scopo ablativo, sono candidabili ad una specifica ed innovativa metodica, la radioterapia sterotassica (SBRT), che permette di somministrare al tumore alte dosi di radiazioni, in poche sedute di trattamento, con risparmio degli organi sani vicini. La terapia non è invasiva e non richiede anestesia; generalmente viene eseguita in regime ambulatoriale e non provoca dolore.

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