L’iperparatiroidismo è una condizione caratterizzata da un eccesso di ormone paratiroideo (paratormone – PTH) nel sangue. Il PTH viene prodotto dalle paratiroidi, quattro ghiandole collocate posteriormente alla tiroide. Questo ormone ha un ruolo essenziale nel mantenimento di normali livelli circolanti di calcio, agendo in maniera specifica a livello delle ossa, dei reni e dell’intestino tenue. Il calcio è fondamentale per il controllo di numerose funzioni tra le quali l’attività muscolare, la trasmissione degli impulsi nervosi, il mantenimento della qualità dell’osso.

Ospedale Careggi di Firenze
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Che cos’è l’iperparatiroidismo?
L’iperparatiroidismo è una condizione dovuta a un’aumentata secrezione di PTH da parte delle paratiroidi. Esistono diversi tipi di iperparatiroidismo:
- L’iperparatiroidismo primario e l’iperparatiroidismo terziario sono caratterizzati da ipersecrezione inappropriata di PTH in presenza di valori elevati di calcemia. Di recente identificazione è il cosiddetto iperparatiroidismo primitivo normocalcemico che si caratterizza per la presenza di elevati livelli di PTH associati a normali livelli di calcio e adeguati livelli di 25 OH vitamina D.
- L’iperparatiroidismo secondario si caratterizza per un incremento della secrezione di PTH in risposta a una carenza relativa di calcio e di vitamina D. In questi casi il PTH è elevato mentre la calcemia è nella norma o raramente ridotta.
Quali sono le cause dell’iperparatiroidismo?
L’iperparatiroidismo primario è causato nella maggior parte dai casi da un tumore benigno (adenoma) che interessa una delle paratiroidi, raro è invece il coinvolgimento di più paratiroidi. La presenza di un carcinoma delle paratiroidi è da considerarsi eccezionale.
L’iperparatiroidismo secondario è causato da condizioni quali il deficit di vitamina D, l’insufficienza renale e la sindrome da malassorbimento.
L’iperparatiroidismo terziario costituisce solitamente un’evoluzione di iperparatiroidismo secondario in pazienti con insufficienza renale cronica di lunga durata. In questi casi si osserva un’iperplasia (aumento di dimensioni) delle paratiroidi secondaria alla perdita di capacità di autoregolazione della secrezione di PTH basata sulla calcemia.
Quali sono i sintomi dell’iperparatiroidismo?
L’iperparatiroidismo secondario in genere si associa a una sfumata sintomatologia specifica (talvolta sono presenti solo dolori osteo-muscolari e ridotta performance muscolare) ed è associato a una particolare evidenza delle fratture da fragilità ossea e alle complicanze vascolari di un processo accelerato di calcificazione dei vasi arteriosi e del microcircolo.
I segni, sintomi e le complicanze dell’iperparatiroidismo primario sono:
- fragilità scheletrica con fratture (in genere vertebre, polsi e femore)
- calcolosi renale (nefrolitiasi) con secondarie coliche renali e possibile insufficienza renale
- dolori addominali
- stanchezza
- disturbi dell’umore, depressione, difficoltà di concentrazione, scarsa memoria
- dolori articolari
- iperacidità gastrica (dispepsia, pirosi)
- nausea, vomito e perdita dell’appetito
Come prevenire l’iperparatiroidismo?
Non esistono strategie atte a prevenire l’iperparatiroidismo primario. È possibile invece prevenire quello secondario a carenza di vitamina D accertandosi che il paziente assuma la giusta quantità di tale vitamina in combinazione con il calcio, sia con l’alimentazione che con integratori farmacologici, facendo particolare attenzione a mantenere sotto controllo i valori della fosforemia. L’iperfosforemia, nell’iperparatiroidismo secondario a insufficienza renale cronica è spesso la principale causa di insuccesso terapeutico con la supplementazione di vitamina D e calcio.
Diagnosi
Il sospetto clinico di iperparatiroidismo primitivo va confermato con il dosaggio nel sangue di PTH, calcio, fosfato e 25OH-vitamina D e la determinazione della calciuria e della fosfaturia nelle urine delle 24 ore.
Nel caso di un iperparatiroidismo primario lo specialista endocrinologo darà indicazione a eseguire:
- densitometria ossea, per valutare la densità minerale (grado di mineralizzazione) delle ossa;
- radiografia del rachide per la ricerca delle fratture vertebrali;
- ecografia addominale, per la ricerca di calcoli renali;
- ecografia del collo, per la ricerca di paratiroidi patologiche;
- scintigrafia delle paratiroidi, con un radiofarmaco per la valutazione della forma e della funzione delle ghiandole paratiroidi.
Trattamenti
Nel caso dell’iperparatiroidismo secondario la terapia prevede la correzione della condizione di base quale la carenza di vitamina D e, nella forma secondaria a insufficienza renale cronica (stadio IV/V), soprattutto la normalizzazione dei valori di fosforo mediante l’uso di chelanti del fosforo.
Nel caso dell’iperparatiroidismo primario o terziario, il trattamento di scelta è quello chirurgico che viene proposto dagli specialisti endocrinologo e nefrologo in presenza di livelli particolarmente elevati di calcio o in tutti quei pazienti in cui la malattia abbia determinato complicanze quali osteoporosi, la comparsa di calcoli renali o insufficienza renale. L’otorinolaringoiatra, specialista della chirurgia della testa e del collo, esegue l’intervento di paratiroidectomia (asportazione chirurgica di una o più paratiroidi).
Nel caso il paziente non sia candidabile all’intervento è possibile utilizzare:
- Farmaci calciomimetici, che aumentando la sensibilità della paratiroide nei confronti del calcio extracellulare riducono la secrezione PTH e i livelli di calcemia;
- Bifosfonati o denosumab (in pazienti con funzionalità renale ridotta), che aiutano a prevenire la perdita di calcio nelle ossa e riducono la calcemia.

Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo
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