Gio. Set 28th, 2023

Un Premio al Ricercatore che ha scoperto iPonti Miocardici

2 Giugno 2022

Il cardiologo Domenico DAmario ha vinto la prima edizione delPremio per il miglior progetto di cura personalizzato per patologie vascolari,’ supportato da Abbott, a EuroPCR 2022, il congresso di cardiologia interventistica tra i più prestigiosi al mondo. Nelledizione 2021 del congresso al dottor DAmario era stato assegnato il premio della Jon DeHaan Foundation. Una doppietta storica che testimonia lelevata qualità delle ricerche svolte presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.

Qualche giorno fa a Parigi, nel corso della cerimonia di chiusura del congresso EuroPCR una giuria di esperti internazionali (della quale facevano parte anche il professor Jean Fajadet e il professor William Wijns, co-presidenti del congresso, il professor Lorenz Räber  dellUniversità di Berna, il dottor Nick WestVascular Chief Medical Officer di Abbott e la Dott.ssa Teresa Glynn in rappresentanza della Global Heart Hub Foundation, organizzazione no-profit per pazienti affetti da Patologie Cardiovascolari) ha conferito al dottor Domenico DAmario, dirigente medico presso la UOC di Cardiologia della Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, il premio per il miglior progetto dicura personalizzato per patologie vascolari,’  un research grant del valore di 10 mila euro.

Il progettospiega il dottor DAmarioriguarda i cosiddetti ponti miocardici, delle anomalie congenite delle arterie coronarie (i vasi chenutronoil cuore) caratterizzate da un decorso dei vasi sanguigni allinterno del muscolo cardiaco, che cingea pontela parete del vaso. Si tratta di pazienti in media più giovani (intorno ai 60 anni o meno) dei classici soggetti con ischemia miocardica che, sotto sforzo, presentano un intenso dolore al petto, condizionando pesantemente la loro qualità della vita. Queste osservazioni sono nate in collaborazione con i medici dello sport (l’équipe del professor Vincenzo Palmieri e del professor Paolo Zeppilli), che riscontravano questi casi in alcuni sportivi.

Allinizio si pensava che queste alterazioni, riscontrate nel corso di un esame angiografico, fossero abbastanza rare; ma da quando è stata introdotta la TAC coronarica, ne stiamo trovando molte”. Fino ad una decina di anni fa si riteneva che i ponti miocardici non fossero causa di ischemia cardiaca. Questo perché, anche se durante la sistole, la contrazione del ventricolo può determinare una compressione del vaso coronarico (la coronaria viene cioè ‘strozzatadal muscolo che si contrae), in realtà il flusso allinterno delle coronarie (il momento cioè in cui il cuore vienenutrito’) si verifica durante diastole, quando il muscolo è rilasciato. “Tuttaviaspiega DAmario –  evidenze recenti hanno rivelato che questi pazienti possono presentare fenomeni di ischemia miocardica per una serie di meccanismi diversi, in parte simili a quelli di unocclusioneclassicadelle coronarie, che spiegano i loro sintomi (dolore precordiale)”. Lintensità dei sintomi dipende da quanto questoponte’ è profondo nel muscolo, da quanti vasi partono dal tratto tunnellizzato, dalla comparsa o meno di uno spasmo coronarico (molto più frequente dove c’è ilponte’), dalla formazione di una placca aterosclerotica a monte delponte’ (facilitata dal flusso turbolento nella zona del ponte) o dalla disfunzione del microcircolo a valle delponte’.

Il registroRialto. “Per studiare meglio questi pazientispiega il dottor DAmarioabbiamo creato un registro (‘Rialto’, il cui responsabile è lo stesso dottor DAmario), che ha raccolto finora circa 20 mila pazienti sottoposti a coronarografia (tra i quali sono stati già individuati 400 pazienti con ponte miocardico), presso 5 centri italiani ad alto volume (San Martino di Genova, Centro Cardiologico Monzino, Università di Ferrara, Policlinico Tor Vergata, Fondazione Policlinico Gemelli) per vedere cosa viene fatto al momento nei pazienti portatori di questa anomalia.

Come personalizzare la diagnosi. Abbiamo evidenziato che nella maggior parte dei casi si fa solo la valutazione angiografica, seguendo la visione classica che il ponte non possa causare ischemia. In realtà, la mia idea, che è stata confermata dallanalisi dei dati raccolti in questi centri, è che è opportuno personalizzare sia la diagnosi, che il trattamento di questi pazienti, che nel corso del tempo continuano ad avere dolore al petto con una pessima qualità di vita e alterazione degli esami cardiologici. Quindi, se al momento dellangiografia andiamo a ricercare tutte le componenti di cui sopra, attraverso una valutazione funzionale (sottoponendo il paziente a test provocativi con farmaci e utilizzando guide che misurano pressione e flusso coronarico), siamo in grado di individuare qual è lanomalia alla base della loro ischemia e di conseguenza potremo offrire loro il trattamento migliore”. E la riprova è, che a due anni di follow up, i pazienti diagnosticati e trattati in maniera personalizzata riferiscono di stare molto meglio.  “Per il futuro, abbiamo dunque intenzione di organizzare uno studio prospettico, nel quale sottoporre in maniera sistematica a valutazione completa tutti i pazienti con sintomi ed evidenza di ischemia, per personalizzare il loro percorso di cura”.

La personalizzazione della terapia. Conoscere il meccanismo alla base dei fenomeni ischemici, consente di dare ad ognuno la terapia più appropriata, ‘su misura’. “Se il meccanismo principale di ischemia è lo spasmospiega il dottor DAmariosomministriamo dei calcio antagonisti, se è invece legato alla frequenza cardiaca, si danno dei beta bloccanti; se infine è presente malattia aterosclerotica a monte, si posiziona uno stent sulla placca, usando come guida limaging intravascolare (OCT-IVUS) per limitare la procedura al tratto in cui non è presente ilponte’, in modo da essere molto precisi nella procedura e nel rilascio dello stent”.

Per molti anni abbiamo ritenuto che langina potesse essere causata solo dalla presenza di placche aterosclerotiche che ostruiscono le arterie che portano sangue al cuoreconclude il professor Filippo Crea, direttore UOC di Cardiologia del Policlinico Gemelli e Ordinario di Cardiologia allUniversità Cattolica -. Abbiamo recentemente scoperto che circa metà dei pazienti con angina non hanno ostruzioni coronariche ma alterazioni funzionali del circolo coronarico. Lo studio Rialto dimostra anche i ponti coronarici possono causare ischemia in assenza di aterosclerosi coronarica. Un loro studio approfondito consente di ottimizzare la terapia antianginosa migliorando la qualità della vita di questi pazienti.”

Maria Rita Montebelli

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